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Riviste le norme sulle emissioni: ecco chi ha avanzato la richiesta e cosa può succedere

Emissioni auto
Emissioni auto (Canva)-tuttosuimotori.it

L’imminente arrivo di nuove limitazioni sulle emissioni, ha reso necessarie una presa di coscienza e soprattutto alcune richieste.

L’obiettivo di transizione ecologica previsto per il 2035 dalla politica comunitaria, dal primo momento, ha messo in moto più che una vera rivoluzione, uno sconvolgimento delle parti. Nuove regole, nuove strategie di produzione, nuove scadenze e sanzioni, che hanno investito in primis l’industria dell’auto europea e poi, anche tutti i cittadini della Comunità.

Incertezza, dubbi, investimenti frettolosi e azzardati, competitor provenienti dall’altra parte del mondo con le loro elettriche a basso costo, mercato che non tira, tutti questi elementi vanno sicuramente a sfavore, di quello che fino a poco tempo fa ha rappresentato un colosso dell’economia europea, il settore dell’auto.

E ancor prima di arrivare al 2035 i Paesi soggetti alle regole della politica comunitaria dovrebbero comunque avere a che fare con certe limitazioni piuttosto impattanti: previsto per il 2025 infatti, un nuovo limite per le emissioni, 94 g/km di CO2, che se non rispettato costerebbe 95 euro di multa per grammo in eccesso.

E se i costruttori automobilistici europei non riuscissero a rispettare questo limite? Facile che succeda, visto l’andamento del mercato delle elettriche. Su di loro ricadrebbe l’onere di corrispondere troppi soldi. Ecco perché non sono solo le principali associazioni di settore a farsi sentire, ma anche le istituzioni di molti Stati europei.

Emissioni e norme europee: la richiesta di una revisione

Ma chi avrebbe avanzato questa richiesta? Se l’Italia era stata una sorta di apri pista con la sua richiesta di rinvio dell’applicazione dei nuovi requisiti pianificati per il 2025 e di conseguenza dell’annullamento del sistema di sanzioni previste, oggi non sembra più essere tanto sola.

A seguirla e a farne ugualmente richiesta infatti sono stati altri Paesi europei convinti della stessa opinione. Tra questi l’Austria, la Bulgaria, la Repubblica Ceca, la Polonia, la Romania e la Slovacchia. L’indiscrezione è stata resa nota grazie alle informazioni diffuse dalle agenzie di stampa e non solo, anche per la notizia pubblicata sul sito web del Parlamento austriaco.

BEV
BEV (Pexels)-tuttosuimotori.it

Cosa aspettarsi in futuro tra limitazioni, sanzioni e richieste

Dovrebbe essere stato proprio tenuto nella giornata di ieri, giovedì 28 novembre, un incontro tra coloro che avanzavano queste richieste e il Consiglio di Competitività. Il tema centrale è proprio quello delle sanzioni, che se applicate potrebbero mettere in serio rischio di crisi tutto il settore automotive.

Ne uscirebbe indebolito, cosa che già è da tempo, e non avrebbe alcuna capacità di investimento, sviluppo e soprattutto di competitività, visto lo scenario globale sempre più difficile. Nell’ottica anche dell’obiettivo finale, la richiesta è quella di una transizione giusta e graduale che tenga conto delle esigenze industriali, anche attraverso la richiesta che riguarda la clausola di revisione sullo stato di avanzamento, da anticipare al 2025.