Una Gara 2 che non vede sullo schieramento di partenza lo sfortunato Leon Haslam, ancora alle prese con l’infortunio alla gmaba. Durante il giro di schieramento, Sykes cade, rischiando di non arrivare sulla griglia. Quando si rialza fa di tutto per riaccende la moto, senza ricevere il minimo aiuto dai commissari di pista. Sykes torna ai box e i meccanici Kawasaki fanno miracoli per rimettere la moto del britannico in condizioni di affrontare la gara. Semaforo verde. Il gruppo parte a appena il gruppo transita, Sykes parte dall’uscita della pitlane. Per l’inglese, si prospetta una gara difficilissima. Alla fine del primo giro, “Mr. Superpole” rientra ai box e torna in pista dopo qualche secondo. La sua gara finisce al quarto giro. Alla fine del quinto giro, Laverty conduce davanti a Rea, Melandri, Guintoli e Baz. A metà gara, la situazione, per quanto riguarda i primi cinque, la situazione è quasi immutata. Conduce Laverty, tallonato da Rea, Guintoli, Baz e Checa che, ha superato Melandri in seguito a un problema del pneumatico posteriore del ravennate. Melandri perde circa due posizioni a giro e Sykes, ogni giro, migliora il record del tracciato ma, per lui, la gara è irrimediabilmente compromessa. Mentre Guintoli e Rea si giocano la seconda posizione, Sykes sorpassa anche Cluzel, che è settimo, ma ancora per lui c’è un giro da recuperare. Con questo ritmo, avrebbe potuto dare facilmente un distacco di 20 secondi al secondo e vincere la gara. Alla fine del ventiduesimo giro, a passare per primo sulla linea dello Start è Eugene Laverty, seguito da Guintoli, Rea, Baz, Davies e Checa, pilota di una Ducati che finalmente si è fatta rivedere nelle posizioni che contano. Ottavo posto per l’italiano Badovini, seguito da Giugliano. Purtroppo Melandri, in seguito al problema al pneumatico, ha perso molte posizioni, rimanendo lontano dalle posizioni che contano.