Si chiude l’era delle auto cinesi low cost | È finita la pacchia, se vuoi la macchina la paghi a prezzo d’oro
Sappiamo bene come alcuni brand rappresentino delle certezze, mentre altri delle incertezze, soprattutto per quanto riguarda la loro vendita e prodotti sul lungo termine.
Questa volta però è l’ Unione Europea che sospetta da tempo una cosa: che i produttori cinesi di auto elettriche possano beneficiare di sussidi statali e aiuti vari che rendono le loro auto anormalmente economiche, e dopo mesi di indagini sono giunti ad una conclusione preliminare: la Cina gioca sporco, nel farlo lo fa senza il benché minimo riguardo per le persone e per le altre case automobilistiche.
La Commissione Europea, che non è stata a guardare, afferma di avere prove che il governo cinese sta sovvenzionando i veicoli elettrici esportati in Europa attraverso il “trasferimento diretto di fondi” e altri meccanismi, questi è quanto sta riferendo Autonews Europe, che potrebbero portare all’imposizione di tariffe.
La Commissione Europea ha recentemente pubblicato un documento in cui assicura di avere prove sufficienti per dimostrare che i veicoli elettrici cinesi ricevono sussidi e che le importazioni sono aumentate del 14% su base annua da quando l’indagine è iniziata formalmente nell’ottobre 2023, definendo “massicce “importazioni” in un periodo di tempo relativamente breve”.
Qualcosa che sta influenzando la produzione dei produttori europei e l’occupazione, dicono dalla camera di regia.
La risposta della Cina
Da parte sua, la Camera di commercio cinese non si è fatta attendere ed ha prontamente risposto di essere “delusa dal provvedimento e che l’aumento delle importazioni riflette la crescente domanda europea di veicoli elettrici”. Anche se l’indagine dovrebbe concludersi nei prossimi mesi, l’UE potrebbe imporre tariffe provvisorie a luglio del prossimo anno che colpirebbero principalmente marchi cinesi con fonte rilevanza come BYD e MG che in Europa stanno aumentando il prezzo dei loro modelli.
Certo, non tutti i brand cinesi se la passano bene e probabilmente non tutti ricevono aiuti, come accade nel caso di NIO. Secondo Bloomberg, l’anno scorso il marchio ha perso 2,9 miliardi di dollari e ha licenziato il 10% del personale nelle sue aziende, una situazione che potremmo definire tutt’altro che rosea.
Le indagini dell’UE
Va ricordato che questa non è la prima volta che l’UE indaga se i produttori cinesi ricevono aiuti per produrre ed esportare in Europa. Nel 2018, l’Europa è riuscita praticamente a sradicare le biciclette elettriche cinesi dal nostro mercato sulla base delle tariffe a cui erano vendute.
Vedremo cosa succederebbe se all’improvviso una delle auto elettriche più vendute in Italia iniziasse a diventare più costosa, come nel caso della MG4? Staremo a vedere.