Smog, a rischio non solo i nostri polmoni | Si possono sviluppare gravi disturbi mentali: lo dicono gli scienziati
Sappiamo bene come gli alti tassi d’inquinamento di molte città italiane possono danneggiare, non solo i nostri polmoni e le vie respiratorie, ma anche la nostra salute mentale.
Il tutto è frutto di un maxi-studio che ha coinvolto oltre un milione di persone per 8 anni, tra il 2011 e il 2019 a Roma. Lo smog, compreso quello delle auto, ha effetti dannosi a lungo termine.
L’articolo integrale si trova sulla rivista Science Direct con il titolo di “Esposizione a lungo termine all’inquinamento atmosferico e incidenza di disturbi mentali. Un ampio studio di coorte longitudinale di adulti all’interno di un’area urbana”. Sono stati presi ad analisi persone con età superiore ai 30 anni ad esclusione di coloro che avessero già patologie mentali.
Ebbene, nell’arco dello studio è stato visto che l’esposizione a lungo termine all’inquinamento atmosferico ambientale, parliamo soprattutto delle particelle fini e ultrafini, “è stata associata ad un aumento del rischio di disturbo dello spettro della schizofrenia, depressione e disturbi d’ansia”, racconta la dottoressa Federica Nobile.
L’esposizione all’inquinamento atmosferico da particolato piccolo mostrava già l’aumento a diversi rischi alla salute delle persone provocando l’aumento di numerose malattie cardiovascolari, respiratorie e metaboliche: con le prove emergenti anche sullo sviluppo di disturbi psichiatrici tra cui la depressione e gli episodi psicotici.
Anche l’inquinamento acustico
“L’associazione degli inquinanti con le prescrizioni di farmaci specifici aumenta la credibilità dei risultati”, ha fatto sapere la ricercatrice. Anche l’inquinamento acustico determinato dal rumore quotidiano vi sarebbe una componente attiva nei disturbi mentali con una relazione più diretta proprio con la depressione che accomunava il campione preso in esame.
Per poter effettuare una valutazione sulla quantità di smog e del relativo inquinamento atmosferico sono stati considerati i dati provenienti dalla rete AirBase dell’Agenzia europea per l’ambiente, le campagne di misurazione ad hoc del progetto Escape oltre ad alcuni dati satellitari. La città di Roma, come in molte altre città d’Italia, presenta livelli spesso elevati livelli di polveri sottili, ossidi di azoto e carbone.
I valori soglia
I ricercatori italiani hanno spiegato che tra gli inquinanti presi in esame, “PM 2.5 e UFP presentavano le associazioni più stabili e gli effetti erano più pronunciati nelle fasce di età 30-49 e 50-64 anni. Nelle persone anziane è stata riscontrata un’associazione tra PM 2.5 , NO 2 e BC con la depressione“.
Il prof. Francesco Forastiere del Consiglio Nazionale delle Ricerche italiano e dell’Imperial College di Londra, intervistato dal The Guardian, ha dichiarato che la scoperta “sottolinea l’importanza fondamentale dell’attuazione di misure rigorose per ridurre l’esposizione umana agli inquinanti atmosferici. Questi sono fondamentali non solo per la salvaguardia dai disturbi fisici ma anche per preservare il benessere mentale“.