Auto e differenze di genere: tra uomini e donne si corrono rischi molto diversi | La probabilità di morte cambia del 17%
L’Istituto di Biomeccanica sottolinea in un rapporto che analizza la guida autonoma in una prospettiva di genere che le donne hanno il 47% in più di probabilità di subire lesioni gravi rispetto a un uomo in un incidente stradale. Anche il rischio di danni moderati è più elevato e la probabilità di morte è più alta del 17%.
Questo pericolo esiste anche in situazioni controllate, quando i ricercatori hanno controllato fattori quali l’altezza o il peso delle vittime, l’uso della cintura di sicurezza e l’intensità dell’incidente.
E il motivo è, come concludono, il design delle auto: sono realizzate avendo come riferimento gli uomini. Più della metà degli automobilisti sono uomini e sono quelli che guidano quasi sempre in coppia, tre volte su quattro.
Guidano più spesso, il 70% di chilometri in più, commettono più infrazioni e subiscono più incidenti. Il 90% degli automobilisti uccisi in incidenti stradali negli ultimi dieci anni in Italia e l’85% dei feriti gravi erano uomini, con un tasso di mortalità quattro volte superiore a quello delle donne. Ma, in termini relativi, il rischio di morte in caso di incidente è molto più elevato per le donne: le automobili le proteggono meno bene.
Lo certifica un test effettuato dall’Università Pontificia Comillas. Un crash test frontale simulato al computer, che ha preso in considerazione l’anatomia media di ciascun genere, mostra che le conducenti donne hanno il doppio delle probabilità di subire una lesione cerebrale molto grave e quasi il 50% in più di probabilità di subire una frattura del cranio rispetto agli uomini in caso di incidente. di uno scontro frontale.
Troppo maschilismo
Ciò accade, in larga misura, secondo gli autori dello studio, a causa di un problema di fondo. Le autovetture sono progettate per gli uomini e progettate per adattarsi al loro corpo. Uno dei motivi è che i manichini utilizzati nei crash test riproducono per lo più corpi maschili, e i risultati di questi test vengono utilizzati da decenni per migliorare la sicurezza dei veicoli.
Si basa su un modello maschile e le conseguenze si vedono nelle cabine. Gli autori del rapporto concludono che le donne di statura bassa o media sono costrette ad avvicinarsi troppo al volante, il che aumenta notevolmente la probabilità di subire lesioni gravi al torace, alla testa e al collo quando l’airbag è attivato.
Gli studi sui manichini
Gli autori di questo studio evidenziano che per verificare le conseguenze di un incidente su una donna, l’industria utilizza prevalentemente il 5° manichino donna Hybrid III. Questo modello simula un corpo di 1,52 metri e 50 chili, dati che lo collocano nel 5° percentile tra le donne, quindi molto lontano dal corpo medio da un punto di vista statistico. Il rapporto evidenzia anche la loro “limitata biofedeltà femminile”.
Una delle conseguenze di questo pregiudizio di genere nella progettazione automobilistica è che le donne sono meno protette dalle cinture di sicurezza. Questi elementi vengono sviluppati senza tenere conto della clavicola o del seno femminile.