Guida autonoma: su 14 brand che si cimentano ne passa solo uno, e per il rotto della cuffia | Ecco perché siamo tutti nei guai
Le nuove tecnologie, che rincorrono l’obiettivo di una guida completamente autonoma, sembrano essere ancora lontane da uno standard di sicurezza elevato.
La tecnologia a bordo delle auto si è talmente evoluta negli ultimi anni, fino a toccare livelli prima frutto solo di immaginazione. Il rapporto conducente-vettura è sempre più basato su un’interazione attiva, incentivata anche dai nuovi sistemi basati sulla moderna AI intelligenza artificiale.
Ma quello che la maggior parte immaginava per il futuro dell’auto sta avvenendo. Parliamo del futuristico sistema di guida semi-autonoma, per definirla correttamente, visto che non si può parlare ad oggi di un sistema completamente autonomo di conduzione del veicolo.
Sempre più numerose le auto dotate di questa tecnologia, ancora in sperimentazione e sotto la lente d’ingrandimento di tutte le principali case costruttrici, al fine di perfezionarla e renderla sempre più autonoma in futuro. Nonostante lo storytelling d’effetto degli spot automobilistici, nessun auto oggi guida senza conducente.
La tecnologia non è arrivata a quel punto e la legge non lo permette. Ci vorrà ancora del tempo per la realizzazione di una tecnologia del genere e quella che oggi c’è, quella guida semi-autonoma potrebbe essere ugualmente non proprio perfetta e all’altezza della situazione.
Guida autonoma e sicurezza: tra 14 marchi ne passa solo uno
È l’IHS Insurance Institute for Highway Safety a dirlo, un’organizzazione americana indipendente interessata nel campo della prevenzione e del contrasto a incidenti, danni e morti sulle strade, dopo aver analizzato modelli differenti di auto dotate di tale tecnologia a bordo, per testarne livello e efficacia. La valutazione ha dato vita a una sorta di classifica, basata sulla qualità di tali sistemi di guida semi-autonoma specie in fatto di sicurezza.
Ma l’IHS ha voluto anche chiarire un punto: la sua valutazione si è basata principalmente sull’adozione di misure adottate dai vari brand automobilistici al fine di evitare l’uso errato di queste tecnologie di guida semi-autonoma, piuttosto che la tecnologia in sé per sé. Per portare un esempio di queste misure delle quali parliamo, pensiamo al monitoraggio del livello di attenzione del conducente alla guida o in che modo l’auto riesce efficacemente ad avvisare lo stesso quando c’è bisogno che riprenda il controllo.
L’analisi dell’organizzazione americana IHS
I marchi automobilistici passati al vaglio sono tantissimi ma purtroppo quello che sembra uscire dall’analisi dell’IHS è che la maggior parte utilizza a bordo misure non adeguate e poco efficaci dal punto di vista della sicurezza, per prevenire errori e soprattutto distrazioni del conducente. Sono infatti 14 i sistemi di guida semi-autonoma di 9 case costruttrici, analizzati dall’organizzazione americana.
Tra questi uno resiste e sembra ottenere l’approvazione al limite: Lexus Teammate, dotazione a bordo della Lexus LS. Quasi vicini ad ottenere un punteggio passabile, ProPILOT di Nissan e Super Cruise di General Motors. Sembra non aver superato la valutazione neppure Tesla. Quello che l’IHS lamenta è la mancanza di monitoraggio dell’attenzione del conducente o dell’inefficacia degli avvisi.