Incidente di Mestre: guardrail inadeguato e costruito male | «Utile solo per il traffico di quartiere»
Conoscere la normativa che regola l’argomento guardrail in Italia significa andare a fondo nella tragica questione dell’incidente di Mestre.
Le immagini del tragico incidente avvenuto a Mestre lo scorso 3 ottobre, che ha causato la morte di così tante persone, sono difficili da dimenticare. Al vaglio delle indagini la questione centrale del guardrail che dalle notizie circolanti sembra avere qualche falla.
Probabili errori nel livello di contenimento che nella modalità di progettazione. Conoscere perfettamente le norme e i requisiti che una protezione del genere deve assolutamente possedere, significa anche intuire e scoprire se quello protagonista del fatto gravissimo accaduto a Mestre, fosse in regola.
Partiamo con il chiarire che un guardrail è un tipo di barriera stradale, quello più utilizzato al mondo, che si trova posizionato ai margini della strada e che ha come funzione quella di contenere all’interno della carreggiata, i veicoli che potenzialmente potrebbero uscire fuori strada.
Nel caso succedesse, limitarne l’urto assorbendo parte dell’energia del veicolo. Realizzati di solito in acciaio, possono essere anche in legno e acciaio o calcestruzzo. Esistono tipologie differenti di guardrail anche in base ai tratti di strada dove vengono installati, per esempio in autostrada sono più spessi perché la velocità di circolazione è maggiore.
La normativa per i guardrail e il tragico incidente di Mestre
A partire dagli anni Novanta, nel nostro Paese, l’argomento delle barriere di sicurezza stradali o guardrail, è stato più volte oggetto di revisione e regolamentazione normativa. Nello specifico una Legge del 2004 più volte aggiornata e un regolamento europeo entrato in vigore nel 2011, con l’intento di uniformare le regole sulle barriere stradali a livello comunitario.
Queste norme si concentrano però molto sulle modalità di test, veri e propri crash test, a cui le barriere devono essere sottoposte prima di essere vendute e commercializzate. Per la normativa italiana esistono sette diverse classi di guardrail categorizzate per livello di contenimento, dal minore che può contenere l’impatto di un’auto che pesa fino a una tonnellata e mezzo e che viaggia a massimo 80 km/h, fino al maggiore, che può contenere l’impatto di un autoarticolato fino a 38 tonnellate e che viaggia fino a 65 km/h.
Le probabili falle: inadeguatezza di contenimento e costruzione
Come precedentemente affermato, in base al tipo di strada avviene la scelta della classe di contenimento da installare. Nel caso di ponti, viadotti e strade rialzate superiori a 10 metri da terra, la classe prescelta dovrebbe essere la H2, con la capacità di contenere l’impatto di un autocarro o di un autobus fino a 13 tonnellate che viaggiano ad una velocità massima di 70 km/h.
Questo dovrebbe essere proprio il caso del cavalcavia dove è avvenuto il tragico incidente a Mestre, che sicuramente doveva essere dotato di un guardrail ad alto contenimento. Quello che la stampa riporta nelle ultime ore sono le dichiarazioni dell’ex direttore dell’Agenzia nazionale per la sicurezza delle Infrastrutture Stradali, Alfredo Principio Mortellaro, che parla invece di un guardrail in quelle condizioni “utile a proteggere situazioni di traffico di quartiere”.