Nuovo Codice della Strada, ciclisti infuriati contro questa nuova norma I Gli unici in Europa, pensata contro di noi
L’annuncio del ministro delle infrastrutture e dei trasporti, Matteo Salvini, sull’imminente stretta regolamentare per biciclette e monopattini ha suscitato un mix di meraviglia e preoccupazione.
Secondo le nuove disposizioni, l’assicurazione, la targa, il casco e le frecce diventerebbero obbligatori per questi mezzi di trasporto, ricevendo così il consenso di molti, ma anche critiche e forti preoccupazioni da parte di alcuni gruppi.
L’Associazione Nazionale Ciclo Motociclo Accessori (ANCMA) esprime tutta la sua perplessità in un comunicato diffuso l’8 giugno, sostenendo che tali misure non favorirebbero la sicurezza che richiede invece un impegno strutturale ed educativo a tutela dei ciclisti, ossia gli utenti deboli della strada.
Dall’altra parte, BikeItalia afferma che Salvini ha trovato un modo per tassare le biciclette, costringendo gli italiani a svuotare il portafoglio. “I tempi sembrano lontani in cui Salvini twittava con l’hashtag #labicinonsitocca” afferma il gruppo sul proprio portale web.
I numerosissimi gruppi di cicloamatori che si ritrovano sui social media esprimono tutto il loro rammarico:
Sostengono infatti che, sebbene l’assicurazione e l’utilizzo del casco siano utili, l’applicazione di targhe su milioni di biciclette presenti sul territorio risulterebbe impraticabile. Inoltre, c’è chi prevede multe più frequenti per le biciclette, soprattutto nelle grandi città come Roma.
La Fiab (Federazione Italiana Ambiente e Bicicletta), la più grande associazione italiana di ciclisti non professionisti, sostiene che queste misure non affrontino le tre principali cause di incidenti stradali: velocità eccessiva, distrazione e mancata precedenza agli attraversamenti. La Fiab ricorda anche che, in passato, la Svizzera aveva tentato un esperimento simile, senza ottenere risultati significativi e abbandonandolo già dieci anni fa. La vera soluzione, sempre secondo Fiab, sarebbe incrementare la presenza di biciclette sulle strade, aumentando così la consapevolezza di tutti gli utenti della strada nei confronti delle diverse realtà, non solo quelle a quattro ruote. Questo approccio, come confermano le statistiche internazionali, ridurrebbe il numero di collisioni e, di conseguenza, di incidenti. Come si potrebbe raggiungere questo risultato? Adottando politiche che incentivano l’uso della bicicletta come mezzo di trasporto e nel tempo libero.
A titolo di esempio, in Portogallo è stata ridotta l’IVA sull’acquisto di biciclette, rendendole più accessibili e promuovendo così la loro diffusione. Questo tipo di politiche potrebbe essere un modo più efficace ed equilibrato per aumentare la sicurezza stradale, senza dover ricorrere a misure restrittive che suscitino preoccupazioni e polemiche.
È importante considerare le opinioni e i punti di vista di tutte le parti coinvolte per trovare un equilibrio tra sicurezza stradale, promozione dell’uso della bicicletta e rispetto delle esigenze dei ciclisti. Solo così sarà possibile adottare misure efficaci e accogliere la meraviglia di una mobilità sostenibile e consapevole