Dakar 2016: a van den Goorbergh la “Malle-Moto”
Probabilmente, molti di voi si staranno chiedendo cosa sia la “Moto-Malle”, visto che non se ne parla quasi per niente. Bene, la Moto-Malle è semplicemente quella classifica della Dakar riservata ai motociclisti che decidono di prendere parte alla competizione senza alcun tipo di assistenza.
Sicuramente non saranno blasonati come i piloti che si giocano la vittoria nella classifica assoluta ma, sicuramente, potranno vantarsi di aver fatto tutto da soli, in solitaria.
Solo loro e le loro moto.
Ed a primeggiare in questa classifica nell’edizione 2016 della Dakar, è stata una vecchia conoscenza del motomondiale: l’olandese Jurgen van den Goorbergh, partito verso l’Argentina con la sua KTM, un piccolo kit di attrezzi e pochi ricambi che qualche team di assistenza ha trasportato per lui da un bivacco all’altro solo per far piacere al pilota olandese.
Infatti, per rientrare in questa classifica l’unico vincolo è quello di fare tutto da soli, dalle riparazioni alla messa a punto, dalla semplice sostituzione di un pneumatico alla sostituzione di parti più complicate da sostituire.
In conferenza stampa, l’olandese ha affermato che tra tutte le sfide della sua vita, questa è stata sicuramente la più dura: “Ho sempre cercato delle sfide e credo che questa fosse la più pura che si potesse accettare. Mi piace il lato estremo di questo sport: potrei avere 15 meccanici ed andare a dormire, ma trovo molto più soddisfacente correre la Dakar così. Non farei cambio con nessuna vittoria. E’ stata la cosa più difficile che ho fatto in tutta la mia vita, ma per me è il vero trofeo della Dakar. Ho fatto tutto con le mie mani e non sono in molti a poterlo fare”.
Poi, Jurgen ha rilasciato un breve commento sulle sue prestazioni in gara: “La seconda settimana di gara è stata brillante. Nelle prima siamo stati tutti molto vicini, ma poi sono arrivate delle temperature folli e le speciali hanno iniziato a diventare più lunghe. Per me però le cose sono andate sempre meglio: venerdì, per esempio, ho fatto il 22esimo tempo in speciale”.
Infine, il pilota della KTM ha fatto una battuta sulle poche ore di sonno accumulate a causa del tempo necessario a rimettere in sesto la sua moto per il giorno dopo: “Non riesco a ricordare quante ore ho dormito. In media direi tre, al massimo quattro. Quando sentivo la sveglia gli rispondevo: no per favore, voglio dormire ancora!”