MotoGP Austin, Marquez altro pianeta, svelte le Ducati e Suzuki
L’incognita gomme in MotoGP continua senza toccare Marc che mette la sua Honda dove vuole, lasciando il vuoto dietro di se, brilla anche Ducati con due moto nella top five, Yamaha dietro, ma vicine.
di: RajaS
La classe regina conclude la prima giornata di prove libere in vista del Red Bull Grand Prix of the Americas, in Texas, con ancora l’angoscia della gomma posteriore sconosciuta. Unico a fare finta di niente, Marc Marquez (Repsol Honda Team) che sembra tornato in piena sintonia con la su RS 213V, e anche se scivola mentre prova un “giro matto” durante la FP2, rimane padrone del COTA, almeno per oggi, con il suo 2’04.034, mezzo secondo più alto della propria pole 2015. Anche se con sette decimi di ritardo, Andrea Iannone (Ducati Team) si prende nell’ultimo run la seconda posizione, dopo un inizio FP2 con problemi tecnici e la terza posizione nella prima sessione. Con 155 millesimi di differenza, Maverick Vinales porta in prima fila virtuale la sua Suzuki ECSTAR, ma attaccati al lui (insieme compresi in 89 millesimi) ci sono altri tre top rider, completando il gruppo del 2’04. Quarto quindi Scott Redding (OCTO Pramac Yakhnich) che precede la Movistar Yamaha MotoGP di Jorge Lorenzo quinto, ma con gomme usate ed un buon passo, e Valentino Rossi sesto. Il pesarese ha dimostrato buon passo, ma il miglior giro secco iniziato, lo ha sprecato con un errore nel T4.
Oltre un secondo da Marquez, dalla settima posizione in poi, c’è un altro gruppetto condotto da Loris Baz (Avintia Racing) che precede due ufficiali, la HRC di Dani Pedrosa e la DesmosediciGP di Andrea Dovizioso. Chiude la top ten Cal Crutchlow (lCR honda) con 1.359 secondi di ritardo dalla vetta.
La MotoGP torna in pista ad Austin domani alle 16:55 ore italiane per la FP3, continuando dalle 20:30 con l’ultima sessione di prove libere e la qualifica. Visto che la gomma posteriore provata oggi si è distrutta, la Michelin farà arrivare un altro tipo di pneumatico, più duro per domani e domenica, quindi forse tutto cambierà.
foto: motogp.com