Home » MotoGP Michelin, analisi di un “disastro”

MotoGP Michelin, analisi di un “disastro”

Dopo la seconda gara della stagione MotoGP, al centro del mirino rimangono le Michelin che si “scollano”. Colpa delle Ducati troppo potenti? Ecco alcune ipotesi tecniche!

di: Sanda Urda

L’episodio accaduto nell’ultima sessione di prove libere, svolta sabato pomeriggio sul tracciato di Termas de Rio Hondo, ha visto protagonista Scott Redding in sella alla Ducati GP15 del team OCTO Pramac Yachnich. Il pilota inglese ha passato un brutto momento, simile a quello di Loris Baz (Avintia Racing) nei test prestagionali in Malesia, ma Scott non è neanche caduto, è stato colpito sulla schiena, dal battistrada distaccatosi dalla sua gomma posteriore con mescola morbida. Nonostante la Michelin, dopo la qualifica, abbia comunicato l’intento di ritirare tutti gli pneumatici in causa, le condizioni meteo della mattina dopo, non hanno permesso il test delle nuove coperture durante il WUP, costringendo la casa francese a permettere l’utilizzo delle coperture incriminate, con la condizione del flag to flag (cambio moto a meta gara). Il tutto ha creato confusione e disaggio per i piloti, ma solo Pol Espargarò (Monster Yamaha MotoGP) si è lasciato andare tramite Catalunya Radio incolpando l’eccesiva potenza delle Ducati, scagionando le gomme.

Il fenomeno accaduto al famoso pneumatico morbido Michelin (in entrambi casi, Baz e Redding) si chiama DELAMINAZIONE, ossia il distaccamento del batti strada dalla carcassa dello pneumatico. Le cause possono essere diverse:

  • L’errata adesione del battistrada sulla carcassa durante la vulcanizzazione, può causare la presenza di minuscole bolle d’aria, che con l’aumentare della temperatura si dilatano causando il distacco delle due superfici.
  • La troppa differenza di temperatura dei due componenti nel caso della gomma morbida, che ha la carcassa rigida ed il battistrada morbido, fa si che la parte a contatto con l’asfalto si muova molto, generando forze incontrollate ed un aumento di temperatura rispetto alla struttura interna, molto più dura, quale rimane “fredda”, a lungo andare, può portare alla delaminazione. Altre case produttrici hanno risolto con l’inserimento di una membrana di durezza intermedia tra i due componenti.
  • Gli scarichi delle Ducati, in effetti, sono posizionati molto vicino alla gomma posteriore, e la superiorità di potenza combinata con un elettronica meno evoluta, sollecitano di più lo pneumatico aumentandone ancora il calore.

Ricordiamoci che in MotoGP non sono una novità questo tipo di fenomeni delle gomme (all’inizio carriera, quando ancora non era entrato il monogomma, è successo anche alla Bridgestone), prima di puntare il dito contro Michelin, diamogli tempo, perché finora si parlava solo di performance.

foto di repertorio