Mugello, MotoGP: il bello e il brutto del “Mugiallo”
Il GP d’Italia ha sempre divertito tutti i presenti, ma quest’anno è la prima volta che siamo tornati dal Mugello con un sapore amaro, chi per un motivo, chi per un altro.
di: RajaS
REGGIO EMILIA, 26 Maggio – La gara italiana è considerata una festa, un po’ per le gare delle tre categorie che si svolgono su questo tracciato più sicuro e spettacolare nel mondiale, ma anche per lo scenario pittoresco dell’entroterra toscano che rende l’atmosfera ancora più coinvolgente e poi tutti sapiamo che “al Mugello non si dorme“.
. Di BELLO abbiamo visto le prove, le qualifiche, la gara Moto3 dove erano almeno tre italiani lottavano per la vittoria; il GP Moto2 più seguito della stagione in quale Baldassarri a dato il meglio di se, e la sesta indimenticabile corsa MotoGP vinta da un coraggioso e guerriero Lorenzo che alla fine ha riconosciuto la forza che aveva Rossi senza la sfortuna con il motore.
Stavolta è stato diverso anche il Mugello, bello, ma anche deludente. La parte emozionante è stata vedere tutte le mattine che le colline si riempivano sempre di più, anche se il GIALLO predominava ovunque. Nessuno rimane indifferente davanti ai grandi numeri, ma non basta essere in tanti, bisogna anche comportarsi sportivamente e con rispetto per emozionare fino in fondo. Purtroppo, dopo la fine del campionato 2015 che ha attirato gli’occhi del mondo intero sulla MotoGP, la percentuale di ULTRAS nelle tribune dei autodromi come anche sui vari sociale network a tema. Sicuramente l’atteggiamento di Valentino Rossi nei confronti dei suoi rivali, sopratutto del ancora compagno Jorge Lorenzo (quale al di la di gesti e parole non ha sbagliato in alcun modo), alimentano questo “odio” che gli ultras trasmettono tramite fischi e messaggi offensivi. Non conta se il campione in carica Lorenzo vince o sbaglia, appena è stato inquadrato sui teleschermi del Mugello partivano i fischi, anche sabato dopo la pole position del loro idolo Rossi.
Non ci scandalizziamo per la percentuale di fans che ha lasciato il segno con danni, ma l’attenzione cade su chi ha lasciato l’autodromo dopo la sfortunata uscita di gara del Maestro. Erano veramente tanti, nonostante in pista c’erano ancora quattro italiani: i due Andrea con le Desmosedici GP che hanno messo in piedi un duello tutto rosso e finalmente senza errori, e poi Danilo Petrucci e la wild card Michele Pirro, arrivati tutti al traguardo tra i primi 10.
Non si tratta quindi di Italia-Spagna, ma si tratta di tifare solo Rossi senza neanche capire il contesto in quale il nove volte iridato gareggia. La Dorna, i media e i team stessi propongono numerosi programmi di “educazione” e sensibilizzazione della “nuova folla” con l’intento di farla innamorare di quello che per noi è lo SPORT PIU’ BELLO DEL MONDO, ma “non c’è peggior sordo di chi non vuole sentire“.
Dei rifiuti non ne parliamo… senza KISS Mugello che ha pensato alla raccolta differenziata sarebbe stato tutto più difficile.
foto: RajaS